Chiedimi se sono felice (lettera a un amico sull’orlo di una crisi di nervi)

Gerardo Ferrara

Caro Eberardo,

Prima di tutto ti chiedo scusa per averti trovato un nome fittizio così assurdo, ma mi sembrava troppo divertente. Mi dispiace anche non aver potuto trovare il tempo – e, soprattutto, il modo – per parlare un po’, noi due, come ai vecchi tempi. Il fatto è che, da qualche mese, tu te ne stai chiuso nel tuo piccolo mondo, pensando sempre a quanto la vita sia ingiusta, al motivo per cui Dio non si decida a fulminare la collega che ti ha fatto le scarpe al lavoro, a come riuscirai a uscire da una situazione ingarbugliata come quella in cui ti trovi. Io cerco di starti vicino e mi va bene anche che, alle volte, tu sia intrattabile, triste e incavolato come una iena. Non mi importa, sai che sono tuo amico e che ti accetto per quello che sei, nel bene e nel male. Però sono…

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