di Gilbert Keith Chesterton
Dopo un momento, quando chinai la testa
e il mondo si capovolse,
e uscii là dove brillava, bianca, l’antica via
camminai per le strade e ascoltai ciò che dicevano gli uomini,
foreste di lingue, come foglie d’autunno non sparse, non ingrate, ma strane e leggere;
vecchi enigmi e nuove fedi, non in contrasto ma dolci, come quando l’uomo ricorda con un sorriso i morti.
I saggi hanno cento mappe
che disegnano universi fitti come alberi, scuotono la ragione con mille setacci
che accantonano la sabbia e lasciano filtrare l’oro:
per me tutto ciò vale meno della polvere
poiché il mio nome è Lazzaro e sono vivo.