
(preludio al post “Uomo vivo che cammina”, pubblicato il 16 gennaio 2012)
Credo capitino a tutti dei giorni in cui si vorrebbe fuggire via dal caos urbano. Alcuni sognano di rifugiarsi su un’assolata spiaggia caraibica; altri sul cucuzzolo di una montagna innevata; altri ancora nella cella di un monastero arroccato su uno sperone di roccia. Devo confessare che mi allettano tutte le prospettive elencate.
Purtroppo, ho avuto modo, per l’ennesima volta questa mattina, di constatare che non sono affatto la persona calma e riflessiva che ero convinto, o mostro, di essere. Ebbene sì, lo riconosco: ho un carattere difficile, a volte scontroso, irritabile, geloso, possessivo, passionale, sanguigno. Non sono uno a cui piace porgere l’altra guancia e, se e quando lo faccio, ciò mi costa uno sforzo immane (che senza dubbio non avrei la capacità di compiere senza l’aiuto di Qualcuno). Sicché, sovente mi fermo a pensare che forse sarebbe…
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