Le Metamorfosi Globali

(piccolo racconto scritto dopo la vittoria dell’Italia sulla Francia ai Mondiali del 2006. Dedicato a Zidane e a Sarkozy)

In un tempo lontano, prima che il mondo diventasse quello che oggi è, e prima che gli uomini ne divenissero i padroni, la terra ed il mare si confondevano l’una con l’altro e tutto il creato viveva in simbiosi ed armonia perfetta, godendo della completa unità. Non esistevano contrasti, né le categorie ed i concetti che tutti noi oggi consideriamo normali: solido e liquido, dolce e salato, bianco e nero. Non esistevano colori e sapori, né odori e profumi, non v’erano frontiere, né orizzonti, campagne e città, montagne e pianure. Dio, allora, decise che era bene separare le acque dalla terra, così incaricò il Signore della Terra ed il Signore del Mare di dividere i due elementi e di creare due regni, di cui uno sarebbe stato governato dal Signore della Terra e l’altro da quello del Mare.

Il nome del Signore della Terra era Eretz, mentre il Signore del Mare si chiamava Yam.

A quel tempo, vivevano sulla terra due giovani, Iber ed Ausonia.

Iber era eroico e coraggioso, forte e sincero, aveva nel sangue la passione ed il calore dei giovani della sua età. Era alto, bruno e aitante, ma aveva la dolcezza e la sensibilità di un bambino. Era cresciuto giocando e correndo senza fatica e senza limiti, immerso nell’oceano di terra e mare in cui era nato, libero e selvaggio come il vento che a quel tempo soffiava impetuoso in tutto il creato senza incontrare alcun ostacolo. Era indomito, Iber, non conosceva regole né progetti, né preoccupazioni, ma, ciononostante, era buono ed aveva un gran cuore. Molto spesso, egli si chiedeva quale fosse il fine della propria esistenza, giacché quella libertà assoluta, l’affascinante, ma grigio universo in cui viveva cominciavano a sembrargli privi di senso e di colore. Poi, l’incontro che dovette cambiarlo per sempre: un giorno, mentre andava per il mondo senza meta, s’imbatté in una meravigliosa creatura, dai capelli lunghissimi, folti ed ambrati che le cingevano il capo e incorniciavano il volto. Oh, quel volto meraviglioso! Non v’era creatura che Dio gli avesse fatto incontrare dagli occhi così profondi e luminosi, le labbra carnose e rosse come il sangue, le gote erano due rose tee che sbocciavano con tutto il loro splendore primaverile sulle guance virginee e pure. Quel giorno, la fanciulla era distesa nel mare, le sue braccia, bianche come la spuma fra le onde, erano abbandonate lungo il giovane corpo e le gambe, quelle gambe sinuose e perfette, leggermente piegate, così da poter proteggere i segreti più misteriosi di quella femminilità appena fiorita dai caldi raggi del sole e dagli innumerevoli occhi che ogni giorno si posavano, indiscreti e bramosi, sulle membra delicate della ragazza. Quella fanciulla era Ausonia.

Per Iber fu come se qualcuno lo stesse colpendo con violenza nelle viscere, risvegliando in lui una passione ed un sentimento che fino ad allora erano rimasti addormentati nell’abisso più profondo della sua anima. Dio, come avrebbe desiderato essere una sola cosa con quella creatura divina. Solo uno spicchio di mare lo divideva da lei, che lo guardò e se ne innamorò all’istante.

Ma di Ausonia si era invaghito il signore del mare, Yam, mentre di Iber una fanciulla bellissima e altera, tanto bella quanto egoista e crudele: il suo nome era Gallia ed era figlia del signore della Terra, Eretz.

Per impedire ad Iber e ad Ausonia di amarsi e stare insieme per sempre, Eretz, Yam e Gallia ordirono un piano malvagio e spietato: Iber ed Ausonia, insieme a Gallia, sarebbero stati trasformati in terra, con Gallia posta tra i due a separarli per sempre e Yam a cingere Ausonia, così da poterla amare e possedere a suo piacimento, ed a circondare Iber per poterne dominare la vitalità.

Così, Iber divenne la penisola Iberica: le sue forti membra traformate nei Pirenei, nella Sierra Nevada e nella Sierra Morena, la sua forza mutata nella possanza dei Fiumi Ebro, Tago e Guadalquivir. Ausonia divenne l’Italia: i suoi bei capelli trasformati nelle alpi, le sue curve sinuose negli Appennini, distesa nel mare per sempre, come quando Iber la vide per la prima volta. Gallia divenne la Francia, posta tra Iber e Ausonia a separarli per sempre, apparentemente vittoriosa.

Dio, tuttavia, ebbe pietà per i due giovani amanti ed ordinò che Yam fosse trasformato nel Mar Mediterraneo, ad unire per sempre Iber ed Ausonia, e fosse condannato a ricevere i frutti dell’amore dei due sfortunati giovani. Dio dispose, inoltre, che Gallia, la Francia, si ritirasse per consentire al mare di unire l’Italia e la Penisola Iberica, separandoli fisicamente soltanto per una piccola parte, condannata a non essere mai riamata da Iber ed a guardare dall’alto tutta la bellezza inimitabile di Ausonia distesa nel Mediterraneo.

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